Il diaframma

Di Stefano | 02 settembre, 2016

Sul pieno funzionamento del muscolo diaframmatico si basa la respirazione profonda e naturale. Questo muscolo si abbassa nell’inspirazione, risucchiando aria nei polmoni come se questi fossero spugne, mentre il suo percorso di riassetto, nell’espirazione, viene dato dalla sua qualità elastica e non da attività indotta.

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Questo aspetto operativo del diaframma ci pone davanti ad una caratteristica fondamentale della fenomenologia vocale: non cantiamo sulla fuoriuscita del fiato espiratorio ma sul suo lento dosaggio, gestito da un abbandono graduato dei muscoli che lo avevano inizialmente abbassato nell’atto inspiratorio.

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In pratica la dimensione della respirazione nel processo vocale del canto è diversa sia da quella coinvolta nella parola che da quella applicata nella sua normale funzione quotidiana. La respirazione coinvolta nell’atto cantato, infatti, tende ad uno stato apneico più che ad uno espiratorio: il fiato viene trattenuto in base all'esigenza dei vari passaggi vocali e le respirazioni che si succedono sono subordinate, il più delle volte, semplicemente alla resistenza mantenuta nella frase musicale precedente.

Nel canto il movimento respiratorio di base va riportato al suo stato spontaneo, istintivo, perché quando interviene la volontà a regolarne l’atto, ne consegue sempre e comunque un'alterazione del naturale funzionamento.

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