“Sei stonato come una campana”, l'avete mai sentito dire? Interessante che si accomunino gli stonati alle campane. E le campane, poverine, perché mai sarebbero stonate? Il fatto è che non sono come una chitarra o un violino, che “accordi”, tirando o mollando le corde. Fanno la loro nota e quella è.
E questo è l'inciampo che ha imprigionato la maggior parte delle persone che si definisce stonata nella propria convinzione. Durante la scuola elementare i bambini si ritrovano a cantare qualche coretto e la maestra, specie se come spesso capita non ha una formazione specifica, fa del suo meglio nel tentare di confezionare qualcosa di proponibile per lo spettacolino di fine anno (ma è proprio necessario???). Nell'obiettivo di fare bella figura, così i genitori applaudono, esaperata dal risultato di prove che prendono più tempo di quel che aveva previsto, la maestra elimina dal gruppo gli stonati, trovando loro un qualche ruolo decorativo. Può essere che la maestra li abbia proprio definiti stonati. Può essere che semplicemente li abbia tolti dal gruppo dei cantori. Ma anche in questo caso, dato che non son mica scemi, gli eliminati conserveranno l'idea di non essere come gli altri. Nel caso specifico di non saper cantare. Peccato che nell'età della scuola elementare i coordinamenti orecchio/laringe/sostegno di fiato/ritmo, si stanno affinando, non sono ancora pronti. In quest'età ogni bambino ha la sua propria intonazione e non ha ancora l'abilità di “imitare” quella degli altri, alzando o abbassando il suo range di comfort per “stare al passo” del gruppo. Insomma è fedele a se stesso. Quelli fedeli a se stessi nel range maggioritario stanno a posto e saranno considerati “intonati”. Quelli con voci più gravi o più acute, come campane suoneranno a loro modo e non si armonizzeranno, con il risultato di considerarsi poi stonati a vita: difficilmente il canto sarà un piacere per loro, difficilmente lo praticheranno e quindi difficilmente quei coordinamenti si affineranno.
Secondo due studi condotti in Polonia e Canada, ad ogni modo, oltre il 90% delle persone sarebbe in grado di cantare correttamente. Simone Dalla Bella, che ha coordinato gli studi, distingue all'interno di questo residuo 10% due categorie di persone: i “sordi alle note”, ovvero chi non è in grado di capire se un suono è intonato oppure no, e i “muti alle note” cioè chi capisce che sta stonando ma proprio non riesce a correggersi. Il motivo di questa incapacità resta un mistero.
Nella nostra esperienza un lavoro sui coordinamenti fisici è un vero toccasana ed ha sempre prodotto risultati “wow”.