La voce ciclica

Di Cristina | 10 febbraio, 2018

Molti studi hanno indagato gli effetti del ciclo mestruale sulla voce ed è interessante notare come le variazioni istologiche della laringe durante il ciclo mestruale seguano di pari passo quelle dell’utero (Cossu, Diego, Voce e ormoni sessuali femminili, in “I Care”, XXXI; 2, pp 58-63).



Gli estrogeni hanno il loro ruolo principale nella prima fase del ciclo mestruale, quando un ovulo matura e l’endometrio si prepara ad accoglierlo nel caso in cui venga fecondato. Essi causano ipertrofia e proliferazione: dell’endometrio, della mucosa vaginale e del tratto urinario, ma anche maggiore trofia e tonicità nell’apparato vocale. Gli estrogeni inducono inoltre la produzione di muco abbondante, acquoso, fluido e distensibile e sembrano avere un effetto favorente sui vasi sanguigni.

Il progesterone predomina nella fase “calante” del ciclo: quando l’ovulazione è conclusa, il follicolo rimasto vuoto (corpo luteo) inizia a produrre questo ormone per modificare il rivestimento dell’utero, che si inspessisce. In caso di concepimento la placenta produce grandi quantità di progesterone per impedire nuove ovulazioni, inibire le contrazioni dei muscoli involontari che circondano l’utero e bloccare la risposta immunitaria materna che altrimenti tratterebbe l’embrione come un corpo estraneo. Questo ormone diminuisce l’attività ghiandolare e la secrezione di muco, che diviene spesso ed opaco, rende la mucosa più fragile e fa diminuire la tensione del muscolo liscio. Come per gli estrogeni, gli effetti del progesterone si riscontrano parallelamente nell'apparato riproduttivo e in quello vocale.
Chae (J. Voice, 2001) rileva un’alterazione significativa della frequenza fondamentale (F0) nelle donne che soffrono di Sindrome Pre Mestruale, mentre uno studio più recente (Davis, 2003) ha rilevato che il 9% dei sintomi di SPM si riferisce specificamente alla voce. 
Alla Sindrome Pre Mestruale, generalmente 4-5 giorni prima della mestruazione, sono associati sintomi vocali, come difficoltà nell’esecuzione del registro acuto, diminuzione del range vocale, perdita di potenza e riduzione dello spettro armonico. Le variazioni della voce, riferite soprattutto da artiste vocali professioniste, includono fatica vocale, diminuzione del range dinamico e perdita della forza vocale e delle armoniche più alte dello spettro.

Tali sintomi sono da attribuire ad una diminuzione sia del tono muscolare striato che dell’ampiezza della vibrazione, ad un lieve edema e a dilatazioni capillari nella laringe. Uno studio recente (Chernobelsky, 2002) dimostra che i sintomi di abuso vocale (gonfiore, infiammazione, diminuzione della forza muscolare delle corde vocali) aumentano in fase premestruale: in pratica comportamenti di abuso vocale aggravano le leggere variazioni vocali premestruali, accrescendo così il rischio di patologie. 

Le fisiologiche fluttuazioni ormonali del ciclo mestruale rendono la donna gradualmente più performante nel senso comune del termine fino ad un picco nei giorni attorno all’ovulazione, per imporre poi un graduale “cambio di passo” delle energie, che crollano in prossimità del sangue. Di pari passo, la voce risulta più brillante, “facile” ed agile nella prima parte del ciclo, più spessa e “profonda” nella seconda parte, in cui è come se il controllo mentale gradualmente si allentasse, rendendoci, in un certo senso, più “in balia” del corpo. Poiché tuttavia siamo immersi in una cultura che obbliga i suoi membri ad un livello costante di rendimento, la ciclicità femminile è trasformata in modello patologico. 

Nello studio di Chernobelsky venivano messe a confronto 15 cantanti donne con patologie da abuso vocale e 15 studentesse di canto con una corretta emissione vocale ed è interessante notare come i sintomi vocali correlati a SPM fossero nettamente prevalenti nel gruppo delle professioniste, che devono rispondere ad aspettative più pressanti nel dover “rendere” sempre allo stesso modo. 

Se volessimo tracciare una sorta di mappa energetica del ciclo mestruale, potremmo indicare come “via positiva” la fase “ascendente” (dalla preovulazione all'ovulazione) più legata ad un’energia attiva, estroversa, fattuale: un territorio dove la faccia “simpatica” del sistema nervoso si trova particolarmente a suo agio. La seconda parte del ciclo sarà invece la “via negativa”: passiva, introspettiva, “in ascolto” di sé e del mondo, in qualche modo più “parasimpatica”. Via positiva e via negativa fanno parte della modellizzazione del ciclo proposta dalla psicoterapeuta Alexandra Pope e si riferiscono a polarità energetiche, come quelle della pila, entrambe necessarie per un corretto funzionamento del sistema, senza accezioni di valore. Semplificando al massimo, potremmo dire che nella prima parte del ciclo siamo favorite nell'interpretazione di brani brillanti, vistuosistici, che puntano su forza e agilità, mentre la seconda parte ci aiuta ad incontrare un'espressività calda, avvolgente, legata a brani più “interiori”. 
Chernobelsky sottolinea come siano comportamenti di abuso vocale a risentire significativamente delle leggere variazioni vocali del premestruo. Aggiungo che le voci più”incarnate”, ovvero più in contatto con la propriocezione fisica e meno fondate su una tecnica guidata dalle strutture superiori del cervello non subiranno in senso negativo le fluttuazioni ormonali del ciclo: non affidandosi all'apporto della muscolatura piramidale (fasica, soggetta a comando volontario), sarà infatti per esse naturale trovare istintivi adattamenti alle continue variazioni degli stati del corpo, che diventano guide e maestre del proprio canto. In definitiva è possibile entrare in sintonia con il proprio ciclo anche essendo cantanti professioniste, purché si impari a “corteggiarne” i cambiamenti ed anzi attingere ad essi per creare una tavolozza espressiva ampia, duttile, mai uguale a se stessa.

Cristina Pietrantonio, 10 febbraio 2018
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